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mercoledì 8 marzo 2017

Oggi, 8 marzo a Cutro, L'ARTE AL FEMMINILE (... effetti collaterali)


un’amicizia che ritorna
il gusto delle ore assolate
quando si implora la notte di
non pesare presto sulle palpebre

di inverni alla porta serrata:
era di smeraldi il cumulo di
arterie che ora imprigiona
muri inferriate balconi

il cancello del cimitero e
un dolore sempre acceso -qui-
dove non ha ingresso il tempo
qui comincia l’eterno che m’appartiene

venerdì 27 gennaio 2017

Oggi, 27 gennaio 2017


È nebbia è buio, gli occhi non cercano una traiettoria, soppesano il caos fumoso e trovano una giustificazione alla loro inerme cecità. Dopo, solo dopo ti accorgi che il non esserti addentrata non è stata esattamente una tua scelta ma l’unica forma di sopravvivenza.

Ho sempre pensato che sperare abbia in sé un nucleo indistruttibile infitto e innato di felicità. Non si tratta di una sana abitudine o il frutto di un’educazione né credo sia la prerogativa dell’ottimista -anzi … se penso alla speranza penso a un buio tubero: solo alcuni dei suoi germogli, in un lento moto verticale, si dissotterrano seguendo la luce che è riuscita a raggiungerlo nei suoi anfratti. Sperare, quindi, potrebbe essere il risultato di una buona manutenzione della realtà: eliminare le ragnatele che impediscono a quella luce di raggiungere i miei avvallamenti, e illuminarli e vivificarli.

In quel tubero, l’albero da cui proviene e quello che lui stesso sarà, ecco perché cresce nella terra dei senza-sogni. Così silente, il dolore è stata la tappa più vicina a questo momento in cui ogni energia non è più impegnata -e sprecata- a credere in