venerdì 14 aprile 2023

ATTILIO MAROCCHI

 

Avete mai provato a fare un puzzle?

Di solito si spargono le tessere su di un piano e poi gli occhi iniziano a rimbalzare da una parte all’altra: dall'immagine complessiva da realizzare alla ricerca dei pezzetti da assemblare. Ecco, all’inizio la poesia di Attilio Marocchi mi ha fatto pensare a un puzzle. Del resto, essendo lui uno psichiatra e psicoterapeuta, sa come indirizzare la mente e, quindi, il verso: nulla di più sbagliato!

La poesia è totalmente dentro e assolutamente fuori certi circuiti. Sia per chi la scrive che per chi la legge, non si sa mai dove la poesia vada a parare: a chi vorrebbe chiudere in un cerchio parossistico la sua poetica, lui, Attilio Marocchi, sgattaiola, aprendosi un tratto di quella circonferenza e, come una diga, fa defluire questo suo stare poeticamente al mondo, l'inafferrabile da cui si lascia abitare.

Non ha nulla a che fare col puzzle la sua poesia, è più una mappa: pochi e sapienti segnali - tra i più azzeccati- e si arriva al tesoro, ma – purtroppo e per fortuna - non è dato a tutti trovarlo. Qui di seguito la sua ultima creazione

 Il monello.

Un bastone in mano.

La fionda in tasca.

Il petto nudo, la mente libera. E da ogni dove luci e universo a cercarlo. E lui a cercare loro.

Come fosse un caso incontrarsi.

E fosse bello.

Addirittura felice.

Come i nani con Biancaneve.

In una capanna la più umile.... In un bosco il più celato e lontano e introvabile.

La gioia nascondendosi in una acqua. In un susseguirsi di foglie. In un incontrarsi di stelle, così lontane da credere in un miracolo ogni volta che si potessero affacciate dentro la intimità di frasche come creature diverse e un tutto uno con un andare di fate.

Con piedi.

E poi come sollevate nella leggerezza. Di un amore a potersi vezzeggiare.

A non essere certo che si potesse incontrare. Per restare anche un miraggio. Una polvere di sabbia in un vento.

Un soffio di una anima verso un desiderio di sole e luna di un altro spirito.

Un bastone in mano, delle palline in tasca!

Per credere nelle bacchette magiche delle fate.

Inverosimili ma reali se con un cappello disegnato con astri.

Andava e andava il fanciullo. Aspettando ormai dall' andare la vita.

Ne più ne meno di un fiore.