Com’è strana,
Signore, la morte
in quell’austera
dignità che
s’annoda al corpo …
una fiamma gelida lo
sbiadisce
mentre il sangue resta tiepido
dei tanti sogni
interrotti
gli occhi serrati
guarderanno
finalmente
in fondo al pozzo
forse un riflesso
come il baluginio
di una finestra al tramonto
e indicherai nell’Alto la Via.
Le nostre parole,
tutte,
rimarranno alla
soglia
-servissero a
costringere, a legare
l’aria al respiro! …-
le poche
saranno un sottovoce
perché
il fondale muto non
si sconvolga.
Ma se muore un poeta,
Signore,
concedigli che il
silenzio più ottuso
si faccia canto di una vita
alla vita che non muore e
si sposta altrove
è stato l’ultimo suo verso
ancora gli scintilla sulla bocca.