È deciso, oggi restauro: vado dal
parrucchiere. A breve partirò per andare a ritirare un premio in Campidoglio il
3 aprile e voglio togliermi di dosso quest’aria trasandata e anche un filino vecchia.
Non so perché, ma ho disagio entrando
nel salone di bellezza: se è vero che gli uomini guardano e noi donne
squadriamo, io lì mi sento misurata col compasso.
- Antonio, mi scusi, vorrei la stessa asciugatura della
scorsa volta: i capelli serrati ai lati e un po’ ribelli al centro.
- Ricorda
chi tra le ragazze l’ha fonata? – mi chiede il proprietario.
- No!
- Ricorda
se era bionda bruna ramata?
- No!...
mi pare… mi sembra… forse…
Non so lui, ma io, lì per lì, inizio
a preoccuparmi: possibile che non mi ricordi un volto? … Ma si, sto sempre a
leggere qualcosa, figurati se memorizzavo il viso delle sue collaboratrici, e
poi son tutte belle!
Si presenta Rosa alla quale chiedo il
miracolo
- Ma lei non ha bisogno di essere svecchiata...
- Grazie –rispondo sorridendo, e mi fingo l'oca giuliva che si
compiace.
Mentre aspetto che Rosa si attrezzi,
scruto il mio decolté … ero così intenta, con cremine e sieri vari, a curare la
parte alta del collo che mi è crollata la parte bassa. Esterno il mio profondo
disappunto a quella Rosa di nome e di fatto, e lei…
- Sa
Signora, io non ho paura di invecchiare ma di perdere lentamente le forze e la
salute.
- Beh,
invecchiare significa anche quello… -
- E
poi la memoria che va a rotoli, e l’andatura che diventa più lenta, e non si ha
voglia di fare cose nuove…
- Si,
già… - le rispondo a monosillabi e la fisso negli occhi per capire se il suo è
un’istigazione al suicidio: il mio!
Il problema vero -vorrei dirglielo,
ma lo capirà a suo tempo- non è diventare vecchi, ma continuare a sentirsi
giovani, e avvertire pressante la discrepanza. È da qui che nasce la “sincope
da specchio”: si manifesta al mattino quando scopri che qualcuno ha
fissato sul tuo collo un volto che non è il tuo, né corrisponde al ricordo che
ne hai!
Qualcosa di simile deve affliggere
anche la mia mamma novantenne che, nello specchiarsi, ha pronta la solita
tiritela “una volta ero bella!...”, ed io a consolarla "almeno ti è
rimasta una nostalgia!"
Tutto sommato non è poco un lifting
di nostalgia.
Implicitamente se ne parla
anche in Dostoevskij, mi pare nell’Idiota: alcuni amici cercano di convincere
il Principe Myskin a sposare una donna brutta, sostenendo che la bellezza, in
fondo, passa.
-Si -obietta il Principe-, ma la
bruttezza resta!