martedì 3 marzo 2015

Mi resti addosso (ad Alda Merini)



Volevo scriverla da tempo ma non raggiungevo mai la giusta profondità dove la sua voce risuona, e canta di lei, la mia, sottovoce…



Ti sfilarono l’io come una veste
un’ala sola -la tua nudità-
e remigasti i cieli più alti

da un letto di pazzia
cantasti il paradiso
e tutti i colori del viaggio
ma quanti furono gli spilli
quante le fiamme?

Conoscevi la verità che acceca
le rubavi di continuo
briciole dalle labbra.

Inciampo ora in un tuo verso
e non ti leggo mai
non posso
mi sbilancia

troppa la vicinanza al mistero
la potenza del tuo abbraccio

si fa pesante la mia pelle
di tanta umanità ferita
così annegata e
così risorgente dal dolore
… mi resti addosso!

Di te mi dilania la follia
quella vera
retta solo dai grandi

un tuo verso e si riduce
la distanza con un altrove
il declivio da te faticato

non t’appartiene
non t’apparterrà la morte
a noi hai lasciato l’anima

così sgranata e marchiata
resta insepolta
e continua a parlarci.