mercoledì 24 giugno 2015

Non digressione, ma purezza – note di lettura di Antonio Spagnuolo





ANGELA CACCIA : “Il tocco abarico del dubbio” – Ed. Fara editore – 2015 – pagg. 96 - € 10,00

Sistemato il dubbio nel punto zero di ogni equilibrio, psicologico, mentale, illusorio, metafisico, umbratile, ecco che la poesia si aggancia al momento colorato della immaginazione , fra gli archetipi e le visioni, che inseguendosi procurano vortici e linee delicatamente sospese nello spazio. 

“La memoria dipinge quadri, ma solo la nostalgia preserva il colore fugace della felicità.” A volte il ricordo si muove con difficoltà tra le figure riemerse dal passato, per ricostruire un’atmosfera di mistero e di concretezza nuovi, tali da riproporre diafane specularità che hanno il tocco dell’impossibile, e la poesia segue le pieghe per ristabilire i rapporti. La speranza, nella sua multicolore trasparenza, cerca appigli nei “pensieri minimi/ proposti di piccolo taglio / gittate troppo corte/ oscilla la visione./ Sfiorata la vetta/ l’azzurrità è una nostalgia …”.

Fantasia abile e sapiente diviene visione di volta in volta sempre più stupefatta, sia delle cadenze dal diverso ritmo sia nella condivisione del verso breve e fulminante. “Qualcosa di fragile/ si prestava sul foglio / a farsi materia / soppesata dal tatto/ piacevole all’udito/ il frusciare della carta/ ma voltata la pagina/ l’insano inganno:/ come un segreto/ affidato al lettore / l’indice inumidito/ gustato dall’olfatto/ toccava l’angolo in alto/… quasi una benedizione.”

Non vi è digressione, scaturita dal vagare tra i resti del sub conscio, ma purezza nel tentativo di espressioni particolarmente rilevate dalla sicurezza del segno, che incide e disegna con personale chiarezza.