Visualizzazione post con etichetta Nel Castello di Santa Severina: l'attimo e l'incanto - 1. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nel Castello di Santa Severina: l'attimo e l'incanto - 1. Mostra tutti i post

lunedì 17 giugno 2013

Nel Castello di Santa Severina: l'attimo e l'incanto - 1

La parola - anche quella che si muove nel linguaggio artistico e si patina della giusta ambiguità per non pregiudicare oltre l’emozione che non sta tutta nella ‘forma’ di parole - per sua natura definisce e toglie pregnanza al vissuto.

Tanta premessa per giustificare il mio NON COMMENTO alla serata che si è svolta il 15 giugno nel Castello di Santa Severina.

Potrei descrivere le tappe del work shop, elencare i brani letti e chiosati, sottolineare l’impostazione oltremodo intelligente e  armoniosa, la bravura degli interpreti, l’elegante platea che lentamente si è infoltita e, da subito, animata partecipe calda, ma sarà più puntuale l'articolista di un quotidiano.
Io, che vorrei raccontare l'attimo e l'incanto, porgerei solo l’immagine riflessa di uno specchio: tratteggiata nei particolari, non porterebbe con sé gli odori e le atmosfere vissuti .

In tanti, alla fine della serata, siamo tornati a casa con una ricchezza inattesa e la felicità del dono.



Nel filmato, la Prof.ssa Teresa Gallo, Presidente della Pro Loco Siberene, dà il benvenuto ai presenti.


sabato 18 maggio 2013

Intervista di Laila Cresta




Ci sono domande che varrebbe la pena porsi periodicamente, se non altro per ribadire un nostro credo.

L’intervista di Laila Cresta è stata l’occasione di una splendida passeggiata, altrettanto splendida  la sua compagnia.





Sulla rivista on line www.stanzaerato.com

(“Sarei più brava a scrivere la mia lapide: visse felice nei suoi verbi”)

Di questa donna calabrese, moglie e madre impegnata nel sociale, ci è arrivata una silloge  di versi liberi “preziosi” come forma e coinvolgenti come contenuto. Della nostra lingua fa un uso colto ed elegante, e il mondo interiore che ci schiude è ricco di luci e di profondità nascoste.


1 -Che rapporto c’è fra la tua vocazione pedagogica” e la scrittura, se esiste un rapporto?
Se vocazione c'è, non è per nulla intenzionale. Forse è un effetto collaterale e inconscio della mia esigenza di scrivere per chiarificarmi e raggranellare un minimo di assertività. Ma anche quella, l'assertività, è della serie: io ho capito e acquisito dei convincimenti sin qui, non è detto che non ci sia di più, di altro, di diverso. È il riflesso dell'educatrice che sono e sono stata per i miei figli ai quali “cerco” (e nel virgolettato è tutta la fatica di non prendere la strada più sbrigativa, quella dell’autorità genitoriale, tentando invece di innescare nel rapporto madre/figlio una sorta di empatia, con la speranza che possa diventare  autorevolezza e fiducia) di propormi amica comunque, anche quando mi è difficile  comprenderli. Rammento, a me e a loro, che sono una persona adulta con un suo carico di conoscenze basate sull'esperienza: non avranno l’imprimatur dell’infallibilità, ma indicano comunque strade già battute.