…cosa vuoi che ti dica, caro X?
M’innamora da oltre trent’anni. Anche a me sarà riuscita qualche storta sillaba; la leggo, mi intriga ma, da qui, non mi spianto: io non so cosa sia la poesia!
A volte mi torna un’immagine: da una
parte la realtà tangibile, le tre dimensioni del tempo, il mondo interiore -
pensieri emozioni sentimenti -, dall’altra il mistero, e lei, la poesia, che fa
da ponte.
Su di lei fiumi di parole, spiegazioni più o meno convincenti, percorsi esperiti, definizioni, sapori, soprattutto sapori. E tra questi, quello che ancora mi commuove -sarà che adoravo Robin Williams- è del Prof. Keating nel film L’attimo fuggente
Parole e idee -cito- possono cambiare il
mondo
[...] che il potente spettacolo continua e che tu puoi
contribuire con un verso
La parola ha questo potenziale, io e te ne siamo pienamente convinti, ma perché contribuire proprio con un verso ?
Penso, e spero di non sbagliare, che un verso, letto o scritto che sia, abbia la forza di scavare e il vantaggio di nascere da uno scavo; un verso, il buon verso, è un acceleratore straordinario di coscienza – per dirla con Josif Brodskij-, la attiva convincendo ad agire, ognuno, con coscienza lì dove coscienza non si identifica solo coi miei principi, i miei valori, le mie convinzioni.
Se così fosse – Galimberti docet-, sarebbe un concetto ristretto,
e coscienza è parola che devira da cum scire, mettere insieme il sapere,
quindi, considerare anche le istanze degli altri e diventare responsabili,
non solo dei miei principi, ma di una complessità. Ecco allora che,
leggere o scrivere poesia, non è un cammino solitario ma un modo come un altro
– a mio avviso, il migliore – per imparare a comunicare con sé e, di rimando,
anche con gli altri. Imparare e sperimentare insieme una sana comunicazione, e
il resto – pace giustizia onestà e chi più ne ha più ne metta –forse, chissà, potrebbe
venire da sé.