La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti (Antony De Mello), e tra le cose che vanno annoverate sotto l’espressione VITA, c’è il fatidico bivio che prima o poi si para davanti: voglio essere me stesso o accontentarmi di sembrare?
La prima opzione è strada tutta in salita, implica aderire
il più possibile ad una precisa scala dei valori CHE CI IDENTIFICA. Quella, per
intendersi, fatta di principi che naturalmente ci rendono membri di questa
umanità, di regole sane trasmesse da genitori e istituzioni, di ideali alti, i
nostri segna passi per le mete più ambite.
La difficoltà di essere se stessi è tutta qui: non esiste la
nostra scala dei valori “da una parte” e noi che la inseguiamo dall’altra, NOI SIAMO
I NOSTRI STESSI VALORI. Noi che li tradiamo ma senza mai abbandonarli; noi che
ci scoraggiamo ma risaliamo la china; noi che rinunciamo a ricchi premi
e cotillons pur di non perdere la rotta.
Ai miei figli ripetevo spesso un citazione di Leonardo
“l’uomo è transito di cibo e produzione di sterco: di lui null’altro resta al
mondo che cessi carichi”. Altrimenti detto: già siamo infragiliti dalla nostra
finitezza, spiegavo loro, ci tocca almeno essere felici. Eudaimonia,
felicità in greco, significa appunto realizza il demone che ti
abita, realìzzati senza tradire te stesso-, quindi li invogliavo a studiare
perché quella era la strada giusta.
Uno dei due un giorno mi telefona in ufficio
-Mamma ho preso sei in italiano! – esulta. Ed io zitta…
-Mamma, hai sentito? HO PRESO SEI IN ITALIANO! - seguitavo a
restare muta-
- Mamma!... – il tono si era fatto stanco - almeno abbiamo
evitato di riempire i cessi!...
Sono scoppiata a ridere, fiera dell'insegnamento di quel
figlio: anche nel poco, si può essere legittimamente soddisfatti se si è
rimasti se stessi.
Ah dimenticavo, l’alternativa -e cioè, accontentarsi di
sembrare- è tutto il resto: PATACCHE!
Anche per questo, io e alcuni amici, teniamo su il piccolo
blog https://tracimaefondo.blogspot.com/