lunedì 6 febbraio 2023

Nota di lettura di Cipriano Gentilini

 

DAL BLOG LETTERARIO NEOBAR

Le poesie della silloge L’Alveare assopito sono accomunate da una ricerca  poetica, talora dolce talora più penetrante e incisiva di com-prendere la complessità dell’essere e dell’ex-sistere. Proprio come uno scambio di ruolo e senso tra la scrittrice e la sua ombra. Una complessità che diviene più intellegibile attraverso progressivi transiti dalla natura al sè, ai figli, all’altro da sè. Il gioco delle proiezioni psicologiche bene si con- fondono con le metafore dove la solitudine diventa distanza tra le stelle.

Cipriano Gentilino

*
Mi piacerebbe
per una volta
srotolare l’ombra in avanti: 
fosse lei a pencolare il corpo 

La verità
è che si entra indifesi nel verso 
   ad ogni semitono
   il timbro di un sé disperso 


*
Mostrami il doppio della felicità 
lo schianto di luci nelle tenebre 
il sole del grano alto
l’albero che resiste all’ascia 
le impronte di volpi sulla neve
– tracce indistinte di incontri – e ti dirò 
   dello stesso e del mutevole
   di un tempo straniero che cresce in petto 
   del cuore che va lavato di tanto in tanto 
   di dolori che scavano strade nel sonno 
   del fiato che ci vuole
   per non restare intrusi a sé stessi 


*
Il cielo di stanotte sta in una ciglia
di luna – intorno e distanti – costellazioni 
e stelle slacciate come
se ognuno
volesse stare solo a modo suo