Ci sono cose che vanno lasciate libere in
superficie, che è bene non appropriarsene. Prendi, ad esempio, un evento come
quello di ieri: la presentazione di mie poesie alla bella gente di
Roccabernarda e hinterland.
Comunemente e per tutti, un evento
culturale; per un poeta (penso che il mio sia un sentire comune), il dopo è un’incognita,
a tratti uno strappo: versi come parti serrate di te –di anima di inconscio di
pudore- porti e sparpagliati nell’anima, al pudore e all’inconscio di una
platea – quella di ieri sera, ricettiva fino alla commozione.
Cosa avrà dato il poeta coi suoi versi?
Cosa sarà rimasto all’orecchio paziente che “ha visto” attraverso l’ascolto e
gustato nella navata di una cappella con mura così diroccate e così cariche di
voci e di atmosfera? Certe cose vanno prese senza rivendicare alcuna
appartenenza perché abbiano il bene di essere lette attraverso le buone
intenzioni che le hanno animate.
Ecco
allora che ogni perplessità si stempera al ricordo delle belle donne Rocchisane
organizzatrici della rassegna “A raccontar le stelle” –una per tutte, Elisabetta
Scavelli, assessore alla cultura-; dei coriacei propositi del sindaco Nicola Bilotta
e dell’Amministrazione tutta, tesi ad attuare una sorta di nuovo imprinting sul
territorio attraverso il canale della cultura. E, ancora, dei giovani dell’Istituto
musicale Leonardo Da Vinci, portatori tutti della loro fetta di poetico; della consueta
e salutare fierezza di un Rotary –come sempre, ben rappresentato- foriero,
attraverso il suo Presidente Luigi Ielasi, dei valori alti di una vita.