Cara Angela,
mi sono
immerso in una lettura che potesse avere anche le caratteristiche di un
colloquio in lontananza con le tue immagini e le tue tante filosofie itineranti
e non.
E sono rimasto
a chiedermi del perché dei tanti perché disseminati tra i tuoi versi, fino a
quando non ho letto l’ultima poesia, tra le più toccanti e vere (Noi l’aurora), che poi ha dato pure
titolo e significato alla raccolta.
Tanti meglio
di me, i critici di cui brulica la nostra penisola sommersa, diranno di questa
tua raccolta o meglio di queste tue raccolte diversificate che portano ad un
giro d’immagini e parole davvero ricche di profonde considerazioni. Si viaggia,
sorpresi e rannicchiati, all’interno del tuo io che spazia ora all’interno di
te stessa ora tra i vari cosmi delle tue peregrinazioni o meglio voli
introspettivi.
C’è, in questo
tuo andare nella vita, la forte consapevolezza della non conoscenza dei tanti
misteri dell’essere nei secoli, ora appannati ora arricchiti da sorprendenti
risvegli. Come se ognuno poi possa essere parte di un essere cosmico frantumato
appositamente da un Essere più in alto e quindi perciò poter tutti insieme
divenire “frammenti d’Universo”.
Infine la
complexio delle nostre presunte contraddizioni che vorrebbero poter placare i
dissidi, le dissonanze, quel bollore che divora i nostri mali alla radice e che
Angela Caccia semplifica prima di solfeggiare
pollini/ sulla pergola del tramonto. Il tutto diluito tra rosai impettiti e pensieri minimi, in un disegno abbandonato balbettando o rileggendo Rilke.
Ci sono, nel
dire poetico di Angela, un mondo poetico ed una diversificazione delle nostre
stagioni che non avrebbero bisogno di divisioni in sezioni né delle lunghe
dissertazioni che talvolta intralciano anzi appesantiscono il leggero e
leggiadro fluire dei versi. Una versificazione alquanto modulata è già un fuoco lento su spiagge immacolate, uno
sciame di stelle grezze che suona di parole a ridosso dei pensieri.
Forse tante
cose son cambiate dall’ultimo invio, forse non è più lo stesso titolo a dare
consapevolezza alla raccolta ma credo poco cambi quando è il cuore, e la mente,
ed il linguaggio, a dare sale alle gioie immaginate ed ai silenzi ora nella
luce ora nei colori.
Ti siano vicini
la speranza di poter recuperare i sogni e la mia stima di sempre.
Un abbraccio.
Benito
Maggio 2015