Quando
un’amica, una bella penna e un crogiolo di sensibilità …
La
prima qualità che colgo in questa bella raccolta di Angela Caccia è l’eleganza
dei versi che si snodano intensi nell’uso amato della parola. Un amore che non
si consuma nel puro piacere edonistico, nel gusto estetico che si crogiola in sé
ma è greve di significati che tagliano le emozioni, le sensazioni affettive.
Una
parola bella eppure densa, pesante di sentimenti, di pensieri crepuscolari all’aurora.
Settembre, che chiude l’estate in un sedimento di rimpianti e di promesse, di
rielaborazioni emotive, è la figura centrale che raccolgo.
Vibra
il sentimento religioso che è anche voce della Madre, le sue “palme aperte” e
protese: semeiotica di protezione e di pace che è – forse – una proiezione
empatica, da donna a Donna.
Sono
poesie calde, in cui conosco l’autrice riconoscendo me stessa; percezioni di
pensieri cullati in schizzi di colori, di immagini che inclinano ad un
ragionato sogno.
Maria
Gabriella De Santis
SETTEMBRE
E
Ombrelloni
chiusi
soldati
vinti
rotolati
nella sabbia
sbaragliati dalla
prima acquerugiola
dell’estate
solo un’aura.
Settembre
e il cielo
aveva dimenticato le nuvole
i colori
pacati quasi accigliati
la voce
sottile delle cose
nello
scalpiccio del giorno.
Settembre
e la
sveglia non contava i minuti
deragliava
da rigorose geometrie
fabbrica di
gabbie e di certezze.
Settembre e
le persiane calate
sono
palpebre socchiuse
tra le
ciglia un sogno.
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