Accucciati sulla panchina
succhiano ad occhi chiusi
il sole finto di dicembre
trasparenze
serrano le pupille
ferme a un capolinea
forse fu un urlo
forse una carezza
lo scalino di casa è l’orizzonte
sono vecchi
e popolano un paese
di pudori e di malanni
un santuario di memorie
un santuario di memorie
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