Sono nata nel mese
dei morti squillante di vita
– dicono
(… dal ventre giardino
su fango e melma!)
nella cordata dei giorni
conobbi i piccoli peccati
e la vergogna
la grazia ombrosa della timidezza
la transumanza del sogno
in utopia
riflessi di stelle grezze
su un cosmo ancora informe
-è un gioco di ombre la crescita
il pedaggio per modellarsi alla vita-
schiuso il bozzolo
uno sciame di note:
suoni di parole a ridosso
di pensieri rumorosi
-quanti franamenti
per un rivolo di sintonia!-
a volte mi facevo rondine
spinta ai bordi
oggi sosto paziente
sotto i petali di un fiore.