L’alveare
assopito
di Angela Caccia
Opera poetica I classificata al Faraexcelsior
Quando la classe non è acqua
Già il titolo
di questa raccolta mi ha incuriosito, perché ho pensato a un’arnia, sempre
brulicante di api al lavoro, silenziosa nei mesi invernali mentre gli insetti
provvedono al riposo stagionale. Mi sono
detto che forse il titolo vuole significare un momento di quiete, di riflessione
dell’umanità sempre presa dalla frenesia del lavoro, dagli impegni quotidiani,
da faccende consuete o anche inventate in un una società che sembra trovare la
sua ragione di essere solo nella rincorsa del successo e del guadagno. E’ stata
un’impressione e come tale la riporto per spiegare come io abbia poi affrontato
la lettura delle poesie che non sono monotematiche e per certi aspetti è tanto
meglio, ci sono più occasioni per divertirsi. Sono rimasto colpito inoltre
dalla ricerca del colore, sì perché non poche poesie hanno a che fare con i
colori, che finiscono con il diventare tante pietruzze di un mosaico che,
accostate, danno immagini alla silloge.
“….Il po’ di verde sconsolato / annusava
ovunque luce / rovistava in sacche di grigio / ed abbandono / la condanna del
colore / fu la fatica di nascere rosa”