Il braciere era il mobile più significativo e il vero cuore pulsante della casa. L'equivalente ancestrale di molteplici funzioni moderne:
al pari di un termosifone, fungeva da generatore di calore attorno a cui si stringeva la famiglia; il precursore del tostapane e della friggitrice elettrica: il pane si abbrustoliva lento così le patate – e che sapori! Era anche una valida asciugatrice: rendeva all'indomani i panni bagnati perfettamente asciutti – anche se un po’ affumicati.
Più di un oggetto, era il salotto buono, il cerchio sacro in cui si intessevano discussioni e dove persino i silenzi assumevano un intimo peso.
La sera scorsa, nel corso del Reading, dal tema particolarmente intenso e spinoso, si sono succedute parole cariche di significato. Le immagini proiettate, per quanto potenti, non hanno generato commenti, ma silenzi.
Il violino, con la maestria del suo esecutore, ha saputo colmare i vuoti di senso con dolcezze inattese, trasformando le pause in ponti emotivi.
Non mi aspettavo una partecipazione così vasta.
Nè la magia del momento: in quell'intimità condivisa, ci siamo idealmente presi per mano, cercando l'un l'altro conforto. Il calore si è propagato, non per convezione, ma per conduzione emotiva: il braciere era uno solo, e si chiamava UMANITÀ.
Si ringraziano INFINITAMENTE, gli intervenuti:
Don Rosario Morrone, Direttore Ufficio catechistico
il Consigliere regionale, l'avv.ssa Elisabetta Barbuto
i Poeti, le Voci narranti, il Violinista e il Pubblico tutto.
Un ringraziamento particolare al Prof. Giuseppe Gangale, da sempre fedele custode di sapere, saggezza e della Biblioteca della Follia che ci ha ospitati


