Recensione di Laura Pierdicchi sul sito Literary.it
L’opera poetica L’alveare assopito di Angela
Caccia si è classificata prima ex-equo al Concorso Farexcelsior 2022. Premio
senz’altro meritato per la qualità espressiva e la struttura stilistica
contenute nella raccolta.
Le liriche sono di breve/medio respiro e il dettato rivela un
sentire evoluto, pronto a cogliere gli accadimenti nel loro succedere e in un
certo modo accettarli come necessari al percorso terreno. La tematica affronta
momenti di perdita e di dolore e rivela diversi stati d’animo, però Angela
Caccia non si limita ad esporli semplicemente, bensì cerca di penetrare nel
profondo del suo intimo per capirne il significato e, se possibile, portarlo
nella dimensione “oltre” per oltrepassare il limite esistenziale. Vi sono
infatti dei passaggi molto lirici che denotano una forte spiritualità.
I versi, incisivi e pregnanti, accompagnano ricordi e presentano
immagini materne e paterne, il tutto addentro ad una malinconica certezza del
passare del tempo e della sua inesorabilità. Nel perdersi, Angela Caccia cerca
“angoli di senso”, con la necessità di scuotersi dai “tempi bui” e tornare alla
quotidianità. In altri componimenti contempla la natura. Ci parla della neve,
della luna, della campagna illuminata dalle lucciole, di rondini, ecc. In ogni
modo, la vera ispirazione non è la natura in se stessa, bensì le molteplici
sfaccettature emotive che si delineano e che manifestano sempre un travaglio
interiore.
Nel complesso, pur toccando sentimenti essenziali ed
emotivamente forti, Angela Caccia non scade mai nella pesantezza del dire,
anzi, la sua raccolta risulta avvolta in un’atmosfera lieve e a tratti
sognante. Inoltre, il discorso non prende mai una piega autobiografica ma
diventa universale tramite una equilibrata ed ammirevole stesura del verso.