Da sempre, scandaglio i concorsi a cui partecipare considerando il prestigio della giuria e il luogo in cui si svolgerà la cerimonia di premiazione. Questo premio, promosso da tanta buona volontà e da un Sindaco -uno dei pochi- che punta tutto sulla carta 'inutile' della cultura - l'unica che sondi e implementi il grado di civiltà di una comunità-, questo premio, dicevo, mi ha gratificata di un terzo posto e della possibilità di visitare finalmente Matera, trovare e ritrovare amici, dare un volto a pensieri scritti di cui immaginavo le voci belle - due per tutte, Luciano Nota e Anna Maria Curci; questo premio, come gli altri che, in 21 anni mi hanno onorata di una vincita, ha ribadito ancora una volta una convinzione, forse, un assioma: la poesia non è il fine, non un traguardo da faticare, la poesia è, essenzialmente, tra i tanti, uno strumento atto ad implementare il fondo di umanità che scandisce la crescita dell'essere umano e lo apre, lo spalanca all'abbraccio.
Chi è fuori da questo contesto, meglio si dia all'ippica, perché' sarà la stessa poesia ad affrancarlo da se'.
Buona vita ...