Ho
sempre sostenuto che questa terra, calco dei miei
pensieri, abbia bisogno di un colpo di reni dall’interno, uno scatto di
orgoglio nell’accezione indicata da Hume: l’orgoglio è difesa e affermazione del
proprio valore -e, aggiungerei io- dei propri talenti.
Qui,
di talenti, ce ne sono! Belle teste, artisti di tutti i generi che purtroppo si
trovano a tanti chilometri da quei centri dove si fa -per tradizione per storia
per amministrazioni più attrezzate- della cultura, una cultura, e viene più facile
la promozione.
In
mancanza di quel colpo di reni, di quello scatto di orgoglio, abbiamo bisogno
-come dire- di una sorta di ripetitore che amplifichi queste voci e le faccia
conoscere e apprezzare. Vogliamo chiamarli mecenati?!...
Giorni
fa vado ad incontrare una realtà culturale delle mie parti, a conoscerne gli
organizzatori dediti appunto a quella sorta di mecenatismo. Sono introdotta da
una donna tanto luminosa quanto talentuosa, un’amicizia virtuale consolidatasi
in reale da troppo poco tempo perché la signora sappia che mi imbarazza da
morire essere presentata come poeta
-Diciamo
che scrivo versi -mi giustifico col mecenate a cui stringo la mano-, “poeta” è qualifica
che dà molte, troppe responsabilità.
- Ma
insomma -ribatte lui, con un sorriso che avverto sardonico- lei è poeta di
professione oppure lo fa, come dire, in modo naif?!...
Gesù…
e mo’ che gli rispondo?... Mi aveva infilata in un tunnel e non potevo servirmi
di nessuna delle due uscite. Lascio cadere la domanda aiutata da un certo scompiglio
di gente che si muoveva nella sala. Lui va via, anche perché rivolgo la mia
attenzione ad amici vicini.
Non
penso ci siano poeti di professione
che non soffrano la fame, mi dicevo, ed io, comunque, col mio bel sovrappeso
non ero -e da subito- assimilabile a questi. Né sono giovinetta di primo pelo e
il naif, inteso come una forma di ingenuità, è aggettivo che mi si possa
appiccicare. Certo, se penso a Ligabue, naif è anche qualcosa di molto estroso
immediato e, per quanto mi riguarda, se di solito non mi confondo con la
tappezzeria, non indosso nemmeno un ferro da stiro a mo’ di collana per scongiurarlo…
Cavoli…
possibile che la terza opzione in cui mi riconosco sia un segreto di Fatima?... è passione, solo passione! E cito Fatima, luogo di culto e miracoli, non a
caso: in certe situazioni e condizioni, quella passione, ha veramente un che di
miracoloso se vive e resiste -la mia ha 22 anni... confido prima o poi in un processo di beatificazione.
Con un sorriso e un cuore grato a quanti si prodigano per
questa terra, non da mecenati, ma da amanti, innamorati folli ...