domenica 23 aprile 2017

Calabria, calabresi, calabresità


Ho sempre sostenuto che questa terra, calco dei miei pensieri, abbia bisogno di un colpo di reni dall’interno, uno scatto di orgoglio nell’accezione indicata da Hume: l’orgoglio è difesa e affermazione del proprio valore -e, aggiungerei io- dei propri talenti.
Qui, di talenti, ce ne sono! Belle teste, artisti di tutti i generi che purtroppo si trovano a tanti chilometri da quei centri dove si fa -per tradizione per storia per amministrazioni più attrezzate- della cultura, una cultura, e viene più facile la promozione.
In mancanza di quel colpo di reni, di quello scatto di orgoglio, abbiamo bisogno -come dire- di una sorta di ripetitore che amplifichi queste voci e le faccia conoscere e apprezzare. Vogliamo chiamarli mecenati?!...

Giorni fa vado ad incontrare una realtà culturale delle mie parti, a conoscerne gli organizzatori dediti appunto a quella sorta di mecenatismo. Sono introdotta da una donna tanto luminosa quanto talentuosa, un’amicizia virtuale consolidatasi in reale da troppo poco tempo perché la signora sappia che mi imbarazza da morire essere presentata come poeta

-Diciamo che scrivo versi -mi giustifico col mecenate a cui stringo la mano-, “poeta” è qualifica che dà molte, troppe responsabilità.
- Ma insomma -ribatte lui, con un sorriso che avverto sardonico- lei è poeta di professione oppure lo fa, come dire, in modo naif?!...

Gesù… e mo’ che gli rispondo?... Mi aveva infilata in un tunnel e non potevo servirmi di nessuna delle due uscite. Lascio cadere la domanda aiutata da un certo scompiglio di gente che si muoveva nella sala. Lui va via, anche perché rivolgo la mia attenzione ad amici vicini.

Non penso ci siano poeti di professione che non soffrano la fame, mi dicevo, ed io, comunque, col mio bel sovrappeso non ero -e da subito- assimilabile a questi. Né sono giovinetta di primo pelo e il naif, inteso come una forma di ingenuità, è aggettivo che mi si possa appiccicare. Certo, se penso a Ligabue, naif è anche qualcosa di molto estroso immediato e, per quanto mi riguarda, se di solito non mi confondo con la tappezzeria, non indosso nemmeno un ferro da stiro a mo’ di collana per scongiurarlo…

Cavoli… possibile che la terza opzione in cui mi riconosco sia un segreto di Fatima?... è passione, solo passione! E cito Fatima, luogo di culto e miracoli, non a caso: in certe situazioni e condizioni, quella passione, ha veramente un che di miracoloso se vive e resiste -la mia ha 22 anni... confido prima o poi in un processo di beatificazione.

Con un sorriso e un cuore grato a quanti si prodigano per questa terra, non da mecenati, ma da amanti, innamorati folli ...