Il mio Editore, Alessandro Ramberti, ha definito -a ragione-
grandioso lo scritto di Ottavio Rossani. Sempre dibattuta tra curiosità e
pudore, ne ho dosato la lettura. Più che una recensione ha il pregio di una
radiografia, abilità che appartiene -per citare Antonio Spadaro- al mistero, oltre che al mestiere di critico.
L’incipit è fulminante: risponde appieno alla domanda del perché
io scriva e scriva di poesia. Fossi un idraulico, sarebbe la mia cassetta degli
attrezzi. Anche lei di metallo, la apro e sferragliano parole, a risanare un
sentimento o semplicemente a raccontarlo, per una periodica e sana manutenzione.
Non ho nei suoi confronti atteggiamenti riverenziali o fisime, indegnamente me
ne servo e, nel mio faticato tentativo, le riconosco il merito di farmi stare
“onestamente” al mondo.
Al fine “radiografo”, di quelli che investono la propria nell'altrui poesia, il mio profondissimo grazie…