lunedì 5 agosto 2013

Una musica scandita nel silenzio - Recensione di Fabio Amato





Nei versi della silloge Nel fruscio degli ulivi di Angela Caccia emerge una grande forza vitale, che conduce il lettore verso esplorazioni intime e profonde del proprio io.
Versi che alternano la dolcezza alla forza e ricchi di metafore che parlano della vita.
La vita è esplorata, sentita e assorbita in tutte le sue sfumature.
La sofferenza diventa possibilità per conoscere gli anfratti della nostra personalità e rendere chiare le parti oscure proprie di ogni essere umano.
Una poetica quella della Caccia che ci pone di fronte alla fragilità della vita e nello stesso tempo ci mostra l’itinerario da seguire per trovare le risposte a queste fragilità.


Troppe domande giacciono sepolte nella parte più intima del nostro io.
La poesia interroga e lascia aperto un dialogo col lettore.
Al lettore il compito di trovare le risposte a queste domande analizzando i coni d’ombra.

La raccolta è una musica scandita nel silenzio, un inno all’amore e alla dignità.
Libertà e dignità vanno di pari passo fino ad arrivare al rischio dello scacco, come conseguenza delle nostre scelte.
La poesia è l’incontro tra l’essere umano e la scelta ed è in quest’incontro che si gioca la sfida per il cambiamento.

Vorrei chiudere il mio breve intervento con l’incipit della raccolta: “ nasciamo nella penombra di una grotta/ per tutti rotola giù dal Tabor una scintilla..” ( Incipit )

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