Lingua di uccelli e di fiori
di rondini in girotondo
al cuspide di campanili
l’allegria dei mandarini
la stazza dell’ulivo austero
i tardi tramonti
quando l’ombra
si inerpica al monte
a trattenere il sole.
Settembre raccoglierà
i tuoi silenzi
dai campi
potati
dove sanguina ancora il filo d’erba
da vicoli
chiassosi
ora ventosi
di echi spenti.
Terra di dolcezze
nel catechismo di una tradizione
che gonfia radici senza fiore
e fa tornare il sale di quell’onda
che resse zattere e
valige di cartone
sei la mia valva
e il mio peccato ricorrente.
(lirica riveduta e corretta)