mercoledì 16 aprile 2014

La nuova rotta



Amico caro e non
impenitente vagabondo
o viandante occasionale

che la luce di questa Pasqua preceda ogni tuo passo …

Fu duro tirare avanti

fin dal mattino il puzzo della morte
a tratti profumava: allettava
la resa al suo abbraccio
- se puoi, se vuoi, allontanalo …

Un laccio ininterrotto l’odio addosso
serrava già le ossa

per alcuni un ostinato
per altri il folle l’esaltato
e Tu che sapevi …
-Grazie perché solo ai piccoli
mi hai rivelato

quanta vita le Tue parole
tutte sulla rotta della primavera
sfioravano pantani e tornavano
a brillare rena al sole
ora, la minima, era fastidio rumore
sbalzava sul ventre duro della notte
-che sia Mia la Tua volontà!-
e T’addossasti la Croce.

Non pesava tanto il legno
ogni insulto
un morso che riduceva la polpa
la morte poi
avrebbe reclamato anche il torsolo
-Perché mi hai abbandonato …

Aggrappato ai pochi occhi affranti
T’accerchiava lo sguardo del felino
il braccio feroce proteso al graffio
pesava il cielo dei vapori del pianto

sul Golgota -  una landa di silenzi -
solo il vento ritmava il suono sordo
del chiodo sul legno e finalmente
-Cristo Uomo e Dio-
Ti consegnarono alla morte.

Ai Tuoi piedi lo strazio
il tradimento l’abbandono …

Tu
quasi ad indicare la nuova rotta
stendesti a fatica lo sguardo

lontano 
su una macchia i fiori.