Amico caro e non
impenitente vagabondo
o viandante occasionale
che la luce di questa
Pasqua preceda ogni tuo passo …
Fu duro tirare avanti
fin dal mattino il puzzo della morte
a tratti profumava: allettava
la resa al suo abbraccio
- se puoi, se vuoi, allontanalo …
Un laccio ininterrotto l’odio addosso
serrava già le ossa
per alcuni un ostinato
per altri il folle l’esaltato
e Tu che sapevi …
-Grazie perché solo ai piccoli
mi hai rivelato
quanta vita le Tue parole
tutte sulla rotta della primavera
sfioravano pantani e tornavano
a brillare rena al sole
ora, la minima, era fastidio rumore
sbalzava sul ventre duro della notte
-che sia Mia la Tua volontà!-
e T’addossasti la Croce.
Non pesava tanto il legno
ogni insulto
un morso che riduceva la polpa
la morte poi
avrebbe reclamato anche il torsolo
-Perché mi hai abbandonato …
Aggrappato ai pochi occhi affranti
T’accerchiava lo sguardo del felino
il braccio feroce proteso al graffio
pesava il cielo dei vapori del pianto
sul Golgota - una landa di silenzi -
solo il vento ritmava il suono sordo
del chiodo sul legno e finalmente
-Cristo Uomo e Dio-
Ti consegnarono alla morte.
Ai Tuoi piedi lo strazio
il tradimento l’abbandono …
Tu
quasi ad indicare la nuova rotta
stendesti a fatica lo sguardo
lontano
su una macchia i fiori.