martedì 28 maggio 2013

La passeggiata


Undueundueundue… che so’ simpatici i miei piedi, si alternano si rincorrono e … camminano. Camminare deve essere uno di quegli automatismi che, una volta acquisito, non lo scordi più.
Oddio, qualche perplessità, all’inizio, l’avranno avuta: il destro si sarà chiesto  “e l’acceleratore?...”, il " mi sa che  oggi non si frena!”.

Intorno è strano, insolito. I colori sono gli stessi, forse più marcati, il panorama è familiare, lo sconvolgente sta nel tornare a cogliere il dettaglio: ho visto una specie di bubbone su una foglia, era una coccinella, l’avevo lasciata in quella fiaba che raccontavo ai ragazzi, e come brillano le fibrille di ragno, tra i rami, controluce. Dal finestrino dell’auto - per lo più di un’auto come la mia, un asino da soma e sempre di fretta – la visione sommaria, tanto affettiva quanto scontata.


Incrocio persone e le guardo ad altezza d’uomo!!
Non le ricordavo così alte alcune, accartocciati in quella macchina siamo tutti nani in braccio ad un sedile.

“Ciao!…”, non rispondo, sorrido e cerco il clacson - … un attimo di smarrimento - mi volto di scatto e urlo ‘CIAO!’.
Mi passa accanto un tipo e accenna un sorriso, non lo conosco, non lo ricambio e lui lo smorza subito. Ma chi è?...

Porca vacca, è il mio vicino di casa! Ci sarà rimasto male... I miei piedi, ormai in piena coscienza delle loro facoltà primordiali, hanno acquisito ritmo, ma non sanno più rallentare di botto, sono già lontana.
Ma anche lui però! Io lo conosco per una panda gialla e un arbre magic ciondolante,  chi se la ricordava la sua faccia,  figurati il sorriso …

Sono a casa, infilo la chiave nella toppa. Che pomeriggio curioso!
E dire che devo tutto a un pollo - mi mancavano i fuselli per la cena -, e al figliolo che s’è fregato la mia macchina.

Domani … domani è venerdì, vorranno risotto ai frutti di mare. Mi sa che mi manca il dado aglio/prezzemolo...




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