La raccolta “Di lentissimo azzurro” di Angela Caccia, Campanotto editore, racchiude la poesia quale atto generativo in cui la conoscenza diventa luogo-silenzio che collega l’indicibile e l’invisibile.
Una sorta di ponte, dunque, dove raccogliere il vissuto e l’eterno; in questi testi troviamo l’invito a fermarci, sostare, lasciarsi attraversare da immagini e pensieri, da tutto ciò che ci può illuminare e interrogare. Il mistero dell’esistenza e l’armonia del linguaggio. Tuttavia il tempo è un processo di evoluzione e la parola ne è testimone.
Azzurro è metafora della scrittura quale gesto-atto che resiste al tempo e invita a pazientare, a cercare quel filo che ci lega con quell’eternità indissolubile.
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XVII
Non ti servono tutte le vocali
che poesia è pane leggero
-rosa
sosta in due sillabe di bellezza
nella resa indiscussa di primavere
ad estati
e a settembre
è nostalgia in entrambe – poterne
prendere i lembi
ripiegarla come pregiata seta …
Restiamo comunque grati
all’abitudine del vento che sposta
al sole il canto degli uccelli
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XLIII
19 settembre 2024
incidente mortale sulla strada per Crotone
Ipotesi imprescindibile
la morte
che
quando non precipita
scende in molecole di
rugiada su ogni giorno. Resta
un dilatarsi statico
disperato
questo mettersi sulle tracce
dell’assenza e Tu
che oggi hai conosciuto
il senso
di un cielo taciuto
sei l'abbraccio che manca
