Gentile Angela,
sono molto preso e ho
dovuto ritardare la lettura della sua nuova silloge poetica.
L'ho trovata bella come
la prima che mi ha inviato tempo fa: "Il tocco abarico del
dubbio", se non ricordo male.
Sin dall'originale
titolo (lei ha il dono di creare titoli davvero efficaci) questa raccolta si
esalta, come la precedente di cui sopra, in particolare per la straordinaria
selezione lessicale utilizzata, che peraltro, mutatis mutandis, era la
prerogativa privilegiata (dal profilo formale) di Eugenio Montale, e che
sovente i poeti contemporanei tendono purtroppo a trascurare, concentrandosi
quasi esclusivamente sui "contenuti" e dimenticando che non c'è arte
(poesia) se non c'è forma (addirittura Samuel Beckett diceva che i propri
testi, anche teatrali, erano solo "questione di suoni"), ma questo
lei lo sa bene, visto che nel comporre controlla anche gli "spazi
bianchi".
Personalmente - e per
quel che vale - sono rimasto impressionato dalla limpidezza e al contempo dalla
profondità di suoi testi come "Mi piacciono le lunghe strade..." o
dalla magnifica "Una poesia ogni poesia...", un capolavoro,
quest'ultimo testo, poiché alle altre doti si aggiunge quello della
"intelligenza lirica".
Riccardo
Roversi