Non
ho competenze critiche, tanto meno la saggezza che si matura negli anni di militanza
in questo campo. Ho però sapori, più o meno nitidi, maneggiando da tempo, nel
bene o nel male, qualche verso. Sapori blandi che restano come pietre alla
battigia, l'onda le assottiglia fino a consumarle; sapori intensi che si fanno
onda, parte del mio mare. Alcuni, così densi, faticano a rimanere nel pensiero
che si slabbrerebbe perdendo pezzi se non dividesse il suo peso con la penna. Così,
ho scritto sul libro di Alessandro Ramberti, Fara Editore, Sotto il sole (sopra il cielo).
Il
primo impatto con questa silloge, nello specifico la prima lirica Da principio, mi ha dato molto, l'ho
sentita una chiave di lettura: l'essenzialità, finanche di un articolo, che
inanella il verso asciutto, di sonorità inconsuete, resta dentro con la potenza
di un assioma: una speculazione così assertiva che non desta repliche; la sua
forma, il suo porgersi, e' una mano tesa con slancio, come a rendere partecipe
chi legge di un frammento di bello o di vero che, colto, non avrebbe senso di
esistere per l'autore se non condiviso.
Addentrandomi
nelle pagine -non so perché, non riesco ad individuarne la scintilla - ho
avvertito come un battito prolungato del tempo: ogni poesia, si sa, è il riflesso
di un tempo sospeso su cui incide l'umore, l'atmosfera del momento. Quella che
si incontra nella silloge, si estende la profuma e la connota, è l’incedere
sereno e fermo di un pensiero sempre alto che, più che col lettore - preso
dalla sofficità di quel passo - pare voglia continuare a dialogare col suo autore.
E Alex Ramberti ha molta familiarità con quel cantuccio dove lascia vibrare il
suo diapason: ottima l’acustica, la nuova nota si innesta in una melodia di
base, robusta e sempre intensa.
Viene
"facile" la lettura perché il lettore si sente invitato a raggiungere
da subito il suo di cantuccio, ma il virgolettato e' d'obbligo: se si
familiarizza con l'atmosfera, le profondità raggiunte dal verso sfidano quelle
del lettore. Alcune, salite ripide, per lo più sentieri, molte le liriche che
accompagnano, più di altre, da una periferia al centro. Tutte, nessuna esclusa,
profumano di vetta.
Angela Caccia
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