Una summa che mi ha
intimamente commossa per quanto ha saputo raccogliermi.
Il mio Grazie al Prof. Fulvio Sguerso.
Dalla Rivista on line Trucioli Savonesi
E'
il verso -un decasillabo- musicale ed enigmatico con il quale Angela Caccia
(poetessa nata e residente a Cutro, in provincia di Crotone, autrice de Il
canto del silenzio, Napoli 2004) ha intitolato la sua nuova silloge poetica
(FaraEditore, 2013) composta di visioni, idilli, paesaggi mediterranei,
riflessi e ombre, fugaci autoritratti “frammenti di sé che / il giorno ha
disperso”, dediche e cablogrammi quasi medianici a persone care, al di qua o al
di là della “linea di confine” tra cielo e mare, acqua e terra, notte e giorno,
superficie e profondità, visibile e invisibile, quotidianità ed eternità,
incanto metafisico e “pane spezzato insieme”, confessioni e preghiere al Padre
nostro ma anche racconti e invocazioni a “un dio / che non si commuove”...
Come
si può intuire da questa veloce rassegna dei motivi e dei temi che
s'intrecciano e s'inseguono da pagina a pagina, da lirica a lirica, e anche da
silenzio a silenzio (“Ti perdo tra i fili / ai limiti di ogni pensiero Ti
ritrovo / e piovono note senza musica...”), in una specie di poetica “arte
della fuga” e di contrappunto “parola
che spiega” e il mistico ascolto del “silenzio di una rosa...” : “lo ascolto /
aspetto mi stupisca / e lui m'innamora”, il registro della “narrazione” poetica
dell'autrice va dalla percezione immediata dei segni, delle tracce, delle
impronte che il tempo inesorabilmente lascia ai margini del foglio bianco
(“Utero e ossario di parole”) alla meditazione sulla perigliosa “rotta”
notturna verso la salvezza ma che “il giorno a tratti vanifica” e quindi “Si
naviga a vista rotolando sull'onda gonfia...”, al tema della ricerca
dell'assoluto (che riecheggia, forse, quello medioevale della queste del
santo Graal) : “pianto i miei passi nel buio / alla ricerca dell'istante
aurorale / di un boccio di tempo fermato...), al tema leopardiano (e
petrarchesco) dell'indicibilità della pienezza della gioia: “una gioia sottile
/ rimbalza dai marciapiedi alle case // l'arco della parola non la raggiunge /
ha una freccia spuntata...”, a quello dell'eros: “Mano impudica / volteggi sul
corpo amato / a spumeggiare sottopelle intime fibre...”, a quello della
maternità (“Sapevi di bozzolo”, “Gli occhi negli occhi”, “Ancora e per
sempre”), alla metafora di sapore montaliano del “ciottolo assetato di sale”,
al dialogo tra l'Io e il Tu (“dalla parabola di Paul Celan Animus e Anima”),
a quello della poesia come preghiera e ascesi, sulle orme della sua “stella
polare”-il suo maestro di ars poetica Davide Rondoni- ai forti
temi evangelici e Kerygmatici, presenti un po' dovunque ma soprattutto
nell'“Incipit”, in “Due parole”, in “Dal vangelo di Maria”.
La
poesia di Angela Caccia è fortemente caratterizzata dal senso della
trascendenza e dai simboli della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo:
nella poesia che apre la silloge intitolata appunto “Incipit” incontriamo
metafore, simboli e nomi di luoghi che si riferiscono direttamente ai testi
evangelici: il monte Tabor, dove avvenne la Trasfigurazione, il “fruscio feroce
di ulivi ignari” che allude alla scena del tradimento, del bacio di Giuda e
della cattura di Cristo, il canto del gallo che richiama il rinnegamento di
Pietro, la salita al Calvario, le “mani che si colmano alla sua pena”,
probabile allusione al gesto della Veronica, “un'altra spalla al posto suo” che
allude al Cireneo; la morte in croce e infine “un sepolcro profumato e
vuoto...” a significare la Resurrezione. Con la Resurrezione di Cristo comincia
una nuova storia che l'autrice vede come il fodero, la custodia di questa nuova
vita. Rimane da interpretare quello strano “feroce” attribuito al fruscio degli
ulivi, potrebbe alludere all'apparente indifferenza degli innocenti e ignari
ulivi che assistono senza una lacrima alla ferocia degli uomini; oppure, come
interpreta nella sua prefazione Davide Rondoni, quello strano e duro “feroce”
del titolo “sembra collegarsi al duro e 'feroce' ultimo testo del libro, non a
caso indicato come Il paradosso”. In che cosa consiste il paradosso?
Consiste nel mistero della morte, di fronte al quale ogni sapere umano si
vanifica e la stessa ricerca del senso della vita non avrà più senso: saremo di
fronte alla Verità in persona, e a quel punto, come scrive ancora Rondoni,
“ogni pensare e ripensare giunge a toccare il suo vertice profondo: una verità
che non si presenta più come porta da aprire con il nostro fragoroso, pesante e
vario mazzo di chiavi”. E tuttavia, al di qua di qull'ultima “linea di
confine”, di quella estrema “dogana”, rimarranno i momenti e le immagini, come
quella de “L'ulivo” che con il suo emergere dalla terra e il suo tendere verso
il cielo offre figura e significato alla nostra condizione di creature
terrestri ma anche celesti; e così anche l'anima dell'autrice può specchiarsi
nella “Chioma rovente e arsa” dell'ulivo e nella sua ombra che “riflessa ti
guarda / da questa terra amara / che ti lega”.
Fulvio
Sguerso
(Fulvio Sguerso è nato a Bolano (SP) il
28/03/43.
Già docente di italiano e storia, è ora
ricercatore presso il Centro Studi Pedagogici Don Lorenzo Milani di Genova.
Dopo essersi laureato in Pedagogia a Torino con una tesi sul giovane Gramsci ha
continuato a interessarsi alle problematiche inerenti alla formazione, alla
scuola, al volontariato, soprattutto
alla relazione e al colloquio
d’aiuto. Si è occupato, in qualità di referente scolastico per l’educazione
alla salute, di psicologia dell’età evolutiva, di problematiche giovanili e di
tossicodipendenza. Ha collaborato con l’équipe del Progetto 900 del Liceo
scientifico Orazio Grassi di Savona. Recentemente si è diplomato in Counseling
con una tesi sulla theia mania (la follia divina) nel Fedro di
Platone. Collabora alla rivista online “Trucioli savonesi”. Suoi testi in prosa
e in versi sono tuttora sparsi su vari
siti e sul blog “pagine di fulvio sguerso”.
Nel 2007 ha pubblicato per i Quaderni
Savonesi ISREC l’articolo Presenza della memoria e perdono del passato;
nel 2011, per le Edizioni di Cantarena (GE), il libro
Appunti e contrappunti, nel 2012 ha
pubblicato presso lo stabilimento grafico Marco Sabatelli, Savona, Una
galleria di stampe, che raccoglie articoli e brevi saggi su argomenti
etici, politici e teologici. Attualmente si occupa di pratica filosofica.)
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