Primo Levi ne parlava nel
suo libro, è la vergogna delle vittime, non per sé ma per i propri persecutori.
È vergogna che abbiamo fatto nostra.
In molti si è rifugiata in una
sorta di pudore, testimone silenzioso che non vuole diventare memoria. Non può,
se memoria equivale ad “abituarsi”, se è il tentativo di familiarizzare con una
ferita ancora aperta per meglio cicatrizzarla, per poi dimenticarla.
E’ testimone vigile, il pudore, e
il suo silenzio è comunque presenza, costante, pedagogica. All’occorrenza saprà
gridare perché il dialogo prevalga e feconda. Sempre.
Diffida e continuerà a diffidare
dei monumenti o delle celebrazioni: non ha vanagloria o vendetta da soddisfare
chi ha l’urgenza di dare un senso ad un dolore per continuare a dare un senso
al vivere.
Splendide parole. Grazie Angela
RispondiEliminaA te. Sempre :-)
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