Ognuno ha il suo breviario, un libro adottato a vademecum con autentiche dritte per recuperare appieno le proprie coordinate quando si opacizzano.
Di tanti libri ne ho a tiro pochi, e poi scritti sparsi e dispense.
Pacchetti di parole al bisogno che, al pari di un medicinale, dovrebbero vendersi con il foglietto illustrativo: alcuni curano l’aridità e lo scoramento, altri la noia e la malinconia, altri la voglia di infinito, altri ancora la confusione.
Prevalentemente saggistica e poca narrativa, tra tutti emerge un vecchio Breviaro di Nietzsche, capace ancora oggi di squarciare i cieli bassi, omologati, scontati, intrisi di perbenismo e ipocrisie di comodo.
Cosa attira di Nietzsche ?
La sua capacità di cercare e stanare l’essere che vuole trovarsi. Il resto – lui alludeva a quanti, anziché vivere e di libertà, “sono vissuti” dagli eventi - preferisce e segue la voce del padrone di turno. Duro fino alla misantropia, nega ogni compassione a quest’ultima fetta di mondo così piccolo e gretto.
A volte lo sento un troppo, mi sconforta. Allora mi salva il Vangelo: un respiro largo, una parola tanto assertiva quanto severa, così lancinante eppure efficace, nutriente, un progetto di vita e un metodo: l’amare, nel rispetto dell’io che si trova e si cerca nel tu. Chi sta avanti rallenti il passo e attenda il compagno: non è un comandamento, è la forma dell’amore.
Cosa alimentano queste letture al e del bisogno ?
GLI IDEALI: ali misteriose attraverso cui, ognuno, elevandosi, intravede uno squarcio del proprio destino.
GLI IDEALISTI: non si fingono stupidi, per i più SONO STUPIDI; leali con se stessi, quindi, persone di fiducia; disperatamente incorruttibili.
Purtroppo, brutta razza. Purtroppo, in estinzione.
f.to: Io
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