martedì 30 ottobre 2012

Quella cosa inutile chiamata cultura...


Domenica 28 ottobre, si è svolta nella Sala congressi dell’Hotel Assilos in Giardini Naxos  di Messina, la cerimonia di premiazione della XXII edizione del Concorso internazionale Il Convivio, organizzato dall’omonima Accademia internazionale presieduta dal Prof. Angelo Manitta.

C’ero anch’io. Seduta tra i tanti, mi guardavo attorno: bella gente, tanta, seriosa e distinta, un tavolo ricolmo di coppe scintillanti alla sinistra, e un altro, ampio e centrale, dietro cui sedeva la Giuria. Quadri sparsi, un gioco di specchi e luci, flash di fotografi a iosa, alleggerivano l’atmosfera dandole un tocco di mondanità.

Fissavo il cartellone centrale che pubblicizzava il premio e, stranamente, lo trovavo spoglio, ma non avrei saputo dire di cosa fosse privo. Il Prof. Manitta, noto e fine scrittore, mecenate d’altri tempi, inizia la cerimonia presentando l’organizzazione - autentici cultori della cultura - e dandole una precisa connotazione: è un’Accademia libera.
Ecco cosa manca in quel cartellone! 
I soliti loghi con accanto le solite diciture “patrocinato da... con la collaborazione di…”. Sembra nudo e orgoglioso di quella nudità.

E come dargli torto: quante trafile e attese vane si sarà evitata l’Accademia! Sbalzo nel ricordo delle mie di trafile, gabelle estenuanti sostenute con amici e associati, perché la nostra Associazione, Le Madie, svolgesse lo scopo per cui è nata: imparare trasmettere promuovere.

Atterro di nuovo su un’espressione di Manitta “… perché la cultura, di fatto, è cosa inutile!”.

È frase che, in quel contesto, fa strabuzzare gli occhi! Sarà vero?...

Non chiediamolo agli esodati, li mortificheremmo: hanno lavorato una vita per sostenere agli studi i propri figli il cui orizzonte è sempre più nebuloso; non chiediamolo a quella risma di politici per i quali la cultura è mezzo e fine per meglio manipolare l’elettorato; né all’universitario che, bocciato, ripete lo stesso esame più volte, ben conscio dell’esistenza di lauree vendute, di cultura svenduta.

Chiediamolo, invece, agli organizzatori di questo evento, a chi è presente in quella sala e proviene da un capo all’altro dell’Italia, in più dal Portogallo e dalla Grecia; chiediamolo a chi si è strutturato attraverso lo studio costante, ben conscio di poter accrescere il proprio taglio umano. Chiediamolo a loro! E loro ci confermeranno che la cultura, di fatto e nei fatti, nel mondo e per l’andazzo in cui viviamo, è e rimarrà cosa inutile. Eppure, vivaddio, è solo LEI a costruire e restituire all’essere umano la dignità di essere pensate e intelligente, a formarne lo spirito critico e solleticarne quello creativo, a rendere l’uomo artefice della propria vita e a gratificarlo della consapevolezza della sua libertà. E se è vero che il significato latino di ‘sapere’non è tanto ‘conoscere’, ma assaporare, è sempre LEI a dare un gusto particolare al vivere.

E ancora Manitta :

-          Passiamo alla premiazione delle sillogi inedite.
Primo premio assoluto ad Angela Caccia con la silloge Il Ciottolo.

La Silloge di questa attiva poetessa che ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia in Italia che all’Estero, è caratterizzata dalla ricchezza e varietà di immagini che ne costituiscono il tessuto semantico. L’espressione linguistica, talvolta ricercata, dà l’idea di un percorso stilistico significativo, ma la leggerezza del verso che scandisce il susseguirsi dei pensieri e delle memorie ne rende assai gradevole la lettura. L’autrice esprime con delicatezza sentimenti profondi che variano da quello materno e filiale alla memoria delle cose e, nell’introspezione dell’animo femminile come nel “… Vangelo di Maria”, il richiamo alla fragilità umana e alla grandezza dell’Amore. Un’opera che affascina ed emoziona. (Carmela Tuccari, Poetessa e  Presidente di Giuria)”.


Nella foto la poetessa Carmela Tuccari


2 commenti:

  1. ...e Tu, cara Maestra, sei veramente un faro per la nostra bella terra! Sono certa che altre navi, anche straniere, cercheranno la tua luce, come ho fatto io con la mia barchetta. Grazie!

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  2. Teresa, un tenerume che continua a spandersi in me. Grazie !

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