domenica 1 novembre 2015

Le Radici - gli Alberi


Radici ... e un nugolo di uccelletti all’improvviso macchia il cielo: sinonimi e corrispondenze a gogò, uno dei correlativi oggettivi più potenti.
Appartiene ad un passato più o meno prossimo –più o meno remoto-, si impatta col presente e ne spiega i vari –e altrimenti inspiegabili – automatismi.


Dal tuo silenzio

Padre

oggi ti chiamo così come se gli anni che
conto dalla tua morte avessero consumato
ogni familiarità

e di te che mi sei radice e chioma
non mi rimanesse che qualche filamento.

Il tempo è un oceano inclemente
separa la battigia dall’orizzonte

un’onda da lontano rotola
a riva sciaborda e
a volte
li lega insieme
al rumore eterno del mare.

Tu la grande assenza
io il vuoto che riempivi

non sarà mai una lapide a dirmi dove sei
se dal tuo silenzio a questo foglio
un verso ci annoda ancora.

Consolidamento di una nascita, la loro recisione decreta ufficialmente la morte.

TRA DUE PARENTESI

Tra secco e fiorito
la scia di un dinamismo
il transito della vita

-e ciò che lento muore
muore contento
se dall’ultima finestra
il rumore dell’erba che cresce-

tra due parentesi
il senso,
vena pulsante
arteriosa

servirà un crinale per trovarlo
e scoprire la parte più ventosa di sé
confinata
recalcitrante di incoscienza

un gioco, poi, appiccare la miccia
e scardinarne la porta,
dietro,
il Suo Mare  - aspettava
silenzioso e calmo-

da allora
sarà come navigare senza stelle
fiduciosi nella sola brezza

riposti i remi in barca
non avrà più importanza
l’arrivo
la rotta.

Il termine in questione evoca anche –vivaddio- commistioni: l’innesto di un io in un tu, e la nascita di un noi che, nel tempo, pare acquisisca vita propria

LE LABBRA AL BELLO

Lasciami i tuoi occhi

vedrò il fiore minuto
e bianco tra le agavi
aprirò con le tue
le mie labbra al bello.

Dentro, la tua voce
ha fatto il nido sui rami
fogliosi di un noi

resto nel tuo sguardo
una pianura placida
un sogno senza scadenza

è in questa luce spersa
la tua assenza

l’ombra colma la stanza

sul pavimento cubi
castelli torri merli
e la mia cella.

Ogni giorno

Per le parole d’amore che non sai dirmi
per il tuo sguardo che fugge quando le ascolta

perché mi sei platano e godo la tua ombra
e m’improvviso ramo se ti sorprendo foglia

perché so che sai piangere
e ogni lacrima è una promessa mantenuta

per quella tua ironia così urticante
che cela una preghiera e spera in un perdono

perché mi sei porto e faro, ed io
sono la rondine che vola basso sul mare
mentre si avvicina il temporale
… ogni giorno io ti sposo.

Nell'immaginario collettivo, la radice richiama l’albero e ognuno, in sé, ha un albero o, forse, è un albero - io sono un ulivo

L’ulivo

Chioma maestosa
a uno spicchio di cielo
sei radice

bocci di smeraldo
tra le foglie
il vento le tintinna

la stella del mattino
sfuma grata
mille sussurri tuoi
l’hanno rincuorata.

Chioma rovente e arsa
c’è anche l’ombra

ti specchia
silenziosa e lunga
riflessa ti guarda
da questa terra amara

che ti lega.