giovedì 19 novembre 2015

Alla Gioventù dell'Istituto Pertini di Crotone


Torno qui a parlare –e scusarmi- con la gioventù dell’Istituto Pertini. Nel mio intervento avevo preparato una scaletta che, poi, ho abbandonato: temevo di perdere la vostra attenzione, così sono andata a braccio, parlando un po’ più di pancia che di testa.

Torno, allora, qui a sintetizzare alcuni punti che vorrei rimarcare perché questo incontro –se, per voi, è valso a qualcosa- non si vanifichi nella farandola di parole che vi ho silurato. Ciò che mi preme ribadire è il monito iniziale e finale di questa giornata:

NON FATEVI RUBARE LA SPERANZA!

È un fiore fragile alla sua nascita, fragile e vaporoso come un sogno perché, il più delle volte, nasce da un sogno. Ecco perché VA COSTRUITA, con forza, giorno dopo giorno, e stabilizzata su altro -che non è il sogno- ma la POSSIBILITA’, la concreta possibilità. Solo così si rafforzerà lo stelo, si apriranno i petali e la corolla scambierà i suoi profumi col resto del mondo.

NON FATEVI RUBARE LA SPERANZA: ATTREZZATEVI!

Vi servirà un pensiero lucido, vi servirà addestrarvi all’arte del pensare correttamente e -paradosso!- la “palestra poesia” è una delle migliori – per me la migliore, perché tende a quell’unità dell’essere di cui parlava il vostro Preside: dalla fase della meditazione (leggasi, razionalità) in cui si legge e discute un verso, lentamente, ognuno per proprio conto, scivolerà nella fase della contemplazione (più vicina allo spirituale che ci abita), dove ci sono le intuizioni, le verità che non si ingabbiano nelle parole, eppure le percepiamo autentiche. Un verso, un distico, una strofa possono contenere interi discorsi -su principi e valori, emozioni e sentimenti- che vale la pena di ri-discutere –sempre- per il raggiungimento di quella unità: non esiste l’uomo –da una parte- e i principi dall’altra, MA I PRINCIPI STESSI SONO GLI UOMINI e li distinguono tra loro.

NON FATEVI RUBARE LA SPERANZA: DIFENDETELA!

Da ieri ad oggi, si sono centuplicati i banditori di pseudo verità. Ma ogni verità ha la sua prova del nove: chi dice che l’amore è importante e poi non ama, NON HA VERITA’ SULLA SUA BOCCA. Amare è voce del verbo CURARE, chi dice di amarvi e non si prende cura di voi, NON HA VERITA’ DA OFFRIRVI;  non lasciate che vi irretisca con belle parole: se a quelle parole non corrisponde un agire consequenziale e onesto, non sono vere.

A noi adulti spetta ormai il compito di osservarvi da lontano e sperare che le cadute – perché ce ne saranno!... e anche quelle aiutano- siano il meno possibile. Voi non ve ne sarete accorti, ma i vostri genitori –e gli insegnanti e i direttori spirituali, finanche il vostro allenatore di calcio- per ogni evenienza, vi insegnano anche a “cadere bene”, in modo che sia veloce il rialzarsi.

Ma un preciso compito spetta anche a voi, mentre vi incamminate a diventare uomini e donne di questo mondo: ognuno è come una matrioska, la pupa più grande conserva la più piccola, e ognuna di queste ultime è foriera di una voce autorevole che vi ha aiutato a crescere e crescere bene: a voi il compito di preservare e tramandare –insieme alla vostra, che sarà diventata altrettanto autorevole- quelle voci, permettendoci di “vivere” e GIOIRE ANCORA DI VOI, anche quando non ci saremo più.

Vi abbraccio teneramente da madre perché vi ho vissuto figli.
Angela Caccia


p.s.: Pensieri cari al Preside Vito Sanzo, Caterina Cotroneo, Francesco Vignis, Gigi Manfredi, e per quel mare di completa sintonia in cui abbiamo tutti felicemente navigato… GRAZIE!