venerdì 27 marzo 2015

Arte restauro e antiquariato



È deciso, oggi restauro: vado dal parrucchiere. A breve partirò per andare a ritirare un premio in Campidoglio il 3 aprile e voglio togliermi di dosso quest’aria trasandata e anche un filino vecchia.

Non so perché, ma ho disagio entrando nel salone di bellezza: se è vero che gli uomini guardano e noi donne squadriamo, io lì mi sento misurata col compasso.
-      Antonio, mi scusi, vorrei la stessa asciugatura della scorsa volta: i capelli serrati ai lati e un po’ ribelli al centro.
-      Ricorda chi tra le ragazze l’ha fonata? – mi chiede il proprietario.
-      No!
-      Ricorda se era bionda bruna ramata?
-      No!... mi pare… mi sembra… forse…

Non so lui, ma io, lì per lì, inizio a preoccuparmi: possibile che non mi ricordi un volto? … Ma si, sto sempre a leggere qualcosa, figurati se memorizzavo il viso delle sue collaboratrici, e poi son tutte belle!
Si presenta Rosa alla quale chiedo il miracolo
-      Ma lei non ha bisogno di essere svecchiata...
-      Grazie –rispondo sorridendo, e mi fingo l'oca giuliva che si compiace.

Mentre aspetto che Rosa si attrezzi, scruto il mio decolté … ero così intenta, con cremine e sieri vari, a curare la parte alta del collo che mi è crollata la parte bassa. Esterno il mio profondo disappunto a quella Rosa di nome e di fatto, e lei…

-      Sa Signora, io non ho paura di invecchiare ma di perdere lentamente le forze e la salute.
-     Beh, invecchiare significa anche quello…  -
-     E poi la memoria che va a rotoli, e l’andatura che diventa più lenta, e non si ha voglia di fare cose nuove…
-     Si, già… - le rispondo a monosillabi e la fisso negli occhi per capire se il suo è un’istigazione al suicidio: il mio!

Il problema vero -vorrei dirglielo, ma lo capirà a suo tempo- non è diventare vecchi, ma continuare a sentirsi giovani, e avvertire pressante la discrepanza. È da qui che nasce la “sincope da specchio”:  si manifesta al mattino quando scopri che qualcuno ha fissato sul tuo collo un volto che non è il tuo, né corrisponde al ricordo che ne hai!

Qualcosa di simile deve affliggere anche la mia mamma novantenne che, nello specchiarsi, ha pronta la solita tiritela “una volta ero bella!...”, ed io a consolarla "almeno ti è rimasta una nostalgia!"
Tutto sommato non è poco un lifting di nostalgia.

 Implicitamente se ne parla anche in Dostoevskij, mi pare nell’Idiota: alcuni amici cercano di convincere il Principe Myskin a sposare una donna brutta, sostenendo che la bellezza, in fondo, passa.
-Si -obietta il Principe-, ma la bruttezza resta!