Ho chiuso le parole in un cassetto
le vene aperte scivolano rabbia
sabbia di deserto
cielo
terra
curva d’orizzonte
tre cammini e nessuna
varcò zone di frontiera
resta
tra specchio e carne
quest’io belante.
Si fanno strada i Tuoi rintocchi
placano la pena senza estirparla
-…ci
troverai più nudi e vuoti
alla
capanna!-
da vetri di balconi
la dovizia
alberi colorati e finti
fitti nell’ombra ambrata
tintinnano lucine senza passione
altri vetri e un Lazzaro qualunque
piccolo mondo di
solitudine stellante
alla sequela dell’Amore
che nasce
s’imperla la sua voce
di preghiera
assommando le lacrime del Natale scorso.