C'è un paese in me
che non conosci
periferia
cieli tremanti
si dimena
un vento di conchiglia
maledice le sbarre.
Dove cadi nelle tue secche
cosa popola la mente limosa
difficile raggiungerti
esserti mano voce sguardi
si scioglie il grumo
l’ultimo che ti tempesta
e non è questa la mia pena.
Sei il verso già scritto
che ritorna
un’ossessione
la mia compagna di viaggio
ma non è la mia pena.
Nell’ultima stesura del racconto
la penna scrive a tratti
nel solco bianco le piume
di un’aquila che muore
e non è la mia pena.
Scemerà il vento
cadranno le mie sbarre
la tua immagine
non riempierà più la finestra
sarai altro
altrove
nell’incavo di mani più grandi
chi reggerà il tuo passo...
chi reggerà il tuo passo...