È bastata una pila
ed ha ripreso a balbettare
nel suo adagio
si dirada a banchi il presente
sgretola sotto i piedi
ora siamo soli
io e la nostalgia
fletto le ginocchia alla
maestà della sua montagna,
frizza l'aria
il silenzio un'utopia
-qui si infrattano le voci più indomite,
le lontane-
è sotto quel cielo
che piove d’azzurro il ricordo:
il disegno abbandonato
che si ricolora nella mente
di penombra il tuo volto
forse di sogno
mi fiorivano gli occhi
alla ricerca dei contorni
lento e inesorabile
lo stesso ticchettio
e noi sopra le stelle.