FANTASIE
Lo stesso copione: piove
è un tempo che strina a
puntino le piume d’ali
e poi le tarpa.
Serrate le porte
che il dolore non vada
oltre,
su di lui un girotondo
di mosche
come sciacalli sulla
morte…
Lo sguardo su una
cartolina
profana senza accorgersi
il suo reticolo di falso
in lei mi
perdo
mi
sparpaglio nel paesaggio
da un millesimo di cielo la luce
quieta di finestre accese
-una carezza
la colatura della sera
patino l’asfalto
sono l’orma di passi che
hanno urlato in quel
vicolo cieco
ammasso di un vento
senza scampo
resto attaccata alle
suole di altri
-che mi portino lontano-
magari sul ventre tondo
dell’ orizzonte
finto
limitare
promessa di
un oltre
ulula anche qui un
randagio
prega la sua luna
resta la notte.
resta la notte.