martedì 4 febbraio 2014

Cerimonia di Premiazione in Campidoglio - Articolo di Gabriella Cantafio




Nella giornata dell’ 1 febbraio, a Roma, nella splendida cornice della Sala Pietro da Cortona del Campidoglio, si è tenuta la cerimonia di premiazione della VI edizione del Premio Internazionale di Poesia “Don Luigi Di Liegro”.

Nella sezione “libro edito di poesia” del prestigioso premio che si svolge sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  una talentuosa crotonese ha conquistato il terzo posto.  Si tratta di Angela Caccia, pluripremiata poetessa cutrese che, nella suggestiva atmosfera barocca dei Musei Capitolini, ha incantato la giuria con la sua silloge “Nel fruscio feroce degli ulivi”. Una raccolta di 63 poesie attraverso le quali la Caccia lascia scorgere i suoi sentimenti più intimi, riflessioni sugli eventi contrastanti della sua esistenza e della nostra società, accompagnando  il lettore negli impervi sentieri della natura calabrese.

Nella variegata raccolta si intravede il fil rouge dell’introspezione mediante la quale la poetessa instaura un rapporto empatico con il lettore, offrendogli l’occasione di domare  insieme la ferocia del fruscio degli ulivi, la brutalità dell’umanità, cercando così di conferirgli la sua originaria serenità.

L’autrice crotonese ha ricevuto il premio dalle mani del presidente della fondazione, la dottoressa Luigina Di Liegro, mentre il Presidente dell’autorevole giuria, il Prof. Dante Maffia, poeta e saggista nonché candidato al Premio Nobel 2014 per la letteratura, ha letto una motivazione densa e accorata definendo l’opera premiata “un testo che cattura immediatamente per la folata di calore che arriva dai versi, tesi a fare vibrare le corde intime dell’anima. Ognuna delle composizioni è imperniata su qualcosa che ha voce remota e viva, avvitata a una spiritualità che non ammette cadute. Ogni immagine, ogni espressione si è divincolata dagli stereotipi del mistero e della religione e anela a condividere l’ansia di un processo che porta alla salvezza vera, non a quella canonizzata.

Voce che sa offrire parole ricche di sensi, che si esercita su un campo di battaglia, come lei chiama il foglio; voce che se cerca di dare “nome a un dolore / implode” e “appanna la parola”, ma che a noi arriva densa e vibrata”.
Ha presenziato alla cerimonia di premiazione il dott. Giovanni Capocasale, assessore alla cultura della provincia di Crotone, invitato poi ai microfoni dallo stesso Dante Maffia. Un intervento emozionante il suo: richiamando alla memoria il leggendario valore eruditivo della città,  culla della Magna Grecia, ha sottolineato l’attuale volontà di rompere le barriere delle criticità crotonesi puntando, appunto, sulla  promozione della cultura, anche grazie al supporto di professionisti dei versi come la Caccia.

“La poesia è tuttora lo specchio che mi rimanda, nel bene e nel male, i miei lineamenti, mi dà la consapevolezza di un ineffabile e chiarifica in qualche modo il resto.  Scrivere di poesia riesce a dosare in me un certo disincanto, anche se ne ignoro le dinamiche”  così connota la sua tensione poetica Angela Caccia, che ha portato un altro importante riconoscimento nel suo, quanto nostro, tormentato e raggiante angolo di Calabria.


Gabriella Cantafio (da Il Quotidiano del 5.2.2014)