lunedì 10 dicembre 2012

Ho letto Borges


Ci sono libri che necessitano del foglio illustrativo, quello classico correda di solito un medicinale. E’ strano quanto siano attinenti termini come “dosi, modi e tempi di somministrazione”, oppure “effetti indesiderati”, anche quelli di “sovradosaggio e precauzioni d’uso” potrebbero guidare ad una lettura ottimale dell’autore.

Ho letto Borges. Volutamente non mi sono soffermata su quanto mi accomunasse al suo sentire. Ciò che per me era un larvato abbozzo in lui lo trovavo compiuto, e lo gustavo lento nell’attesa, ogni volta,  di una nuova rivelazione.

E’ una fortuna che alcuni crescano più di altri: “ci sono uomini che nascono postumi”, hanno goduto di presenti che, in loro, sono già storia.
A noi, fortunati, arriva la polvere di tanta grandezza.


HO LETTO BORGES


Chiudo il libro e nel tonfo si
sfarina la  stessa intimità che
mesce l’alito di due amanti

s’affolla il ricordo e la sua nebbia

al di là ho lasciato case solide
costruite con sentimenti laboriosi
agli argini di strade e di stupori

ho visto il tempo stipare memorie
per coltivarne poi fiori di luce

tutto era frutto e sui rami più alti
si allungava la stessa preghiera

cercava un cielo vivo
e con lui fu silenzioso e solitario
innocente e crudele

come le più belle parole d’amore
rimaste ignorate.

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